Job Hospitality

Cerca Offro lavoro nel mondo del turismo.

DIVENTARE CUOCO: PASSIONE CHE NASCE

La domanda più frequente, che un bambino si sente porre, è quasi certamente: “cosa farai da grande?”. Si dice che un sogno lo si coltivi fin da piccoli. Così ci sono bambini che giocano con le automobiline oppure con i soldatini e bambine con i campioncini di profumo, con stoffe e perline, immaginando di confezionare abiti e collane, o con forbicine immaginando di tagliare i capelli e far la tinta alle bambole. Ma una passione che accomuna bambini e bambine è sicuramente quella per le pentole e i mestoli. Le prime volte magari si usano solo per immaginare di suonare la batteria e di avere una propria band con la quale cantare. Poi le pentole vengono messe dritte e invece di batterci sopra con il mestolo si prova a fare come la mamma quando mescola il ragù, la peperonata, la pasta che cuoce o infinite altre bontà. In quel mescolare c’è il sentirsi già grandi, il vedersi cresciuti, l’essere riconosciuti mentre si compie un atto che spetta agli adulti.

 

Ci si può sentire come uno chef affermato in una grande cucina, dove i profumi fanno presagire sinfonie di sapori e dove ogni componente della cucina (l’amico del cuore che gioca con noi), è un maestro importante, senza il quale la sinfonia non avrebbe le stesse note. Riconosco me stesso e riconosco l’altro. Quando condivido una gioia mi diverto di più, sento una maggiore gratificazione. È forse allora che nasce un sogno, che una passione fa capolino dentro di noi e ci coinvolge nei primi assaggi. Avete mai pensato all’importanza psicologica della masticazione? Il succhiare precede la masticazione ma subito dopo c’è il piacere di masticare, di sentire la consistenza di un alimento. Quest’atto è uno dei più importanti della nostra sfera sensoriale e psicologica. Masticare per sentire quante sfumature di sapore siamo in grado di percepire e come questo sapore possa diventare più intenso o delicato.

 

Il cibo regala sfumature sottili e retrogusti da scoprire che ognuno percepisce più o meno intensamente, in base al percorso di educazione olfattiva e al sapore che ha ricevuto. Allora fare il cuoco diventa un atto celebrativo di chi comprende il sapore della vita, di chi ha imparato a masticare con attenzione, senza lasciarsi sfuggire le note più raffinate, dolci e delicate, talvolta quelle più speziate e piccanti o forse le più insolite di un piatto. Si scoprire ciò che si ama come sapore, si impara a conoscersi e a educarsi in rapporto alle proprie percezioni.  Poi con il tempo si impara a cucinare. Quello che si è preparato nella fantasia del gioco, deve superare la prova dell’assaggio di papà e mamma. È lì che il bambino sente la sua realizzazione quando, il sorriso della mamma o la conferma del papà lo fanno sentire sicuro di sé e apprezzato: “Bravo bimbo mio, hai fatto qualcosa di speciale!”  

 

Così un bambino decide che la cucina sarà il suo regno e percepirà il cucinare come un atto d’amore verso chi ama, il prendersi cura di loro per ringraziarli, in modo adeguato, di avergli trasmesso una passione. Ci sono tante modalità in cui una cosa può essere fatta, ma se la fai con il cuore, se ci metti la tua passione allora avrai sempre offerto la migliore versione di ciò che sei e come il buon vino potrai solo migliorare giorno dopo giorno.