CAMERIERE DI SALA – COMMIS DI SALA
14 Aprile 2020
Ricordo i primi anni di scuola alberghiera quando Gastone, il docente di laboratorio chiedeva, alla classe e a me, di partecipare al servizio di banchetti importanti in location fuori dal tempo, come meravigliose ville venete o prestigiosi hotel. Se un ricordo è per sempre, lo è anche guardare un film dove le immagini scorrono sul filo dei ricordi personali.
Le impressioni dei quindici e sedici anni, le mie prime esperienze lavorative in cui mi affacciavo alla finestra del mondo e osservavo. Emergono in me i volti delle persone che ho incontrato, di quello che mi hanno trasmesso, l’idea che mi stavo formando di chi avrei incontrato e di quale sarebbe stato il mio futuro professionale.
Così eccomi adolescente a ripercorrere gli anni di scuola alberghiera come nel film “Lunga vita alla Signora” di Ermanno Olmi. In quel meraviglioso film è un sedicenne ad essere chiamato a partecipare a un grande pranzo di gala come apprendista cameriere. La location è quella di un importante castello, dove viene imbandita una cena per celebrare il compleanno di una vecchissima e influente signora.
Il registra Olmi riesce è riuscito a condensare, in pochi fotogrammi, uno studio sulle caratteristiche umane che difficilmente si acquisisce anche dopo la frequenza di svariati corsi formativi sulle soft skill.
Sedici anni è l’età giusta per iniziare, per decidere chi si vuole essere nella vita, quali obiettivi si vogliono raggiungere ma soprattutto come ci muoverà per raggiungerli.
Se nel film la cena fa emergere le ambizioni e le meschinità degli invitati e il ragazzo accorgendosene ne resta deluso e amareggiato, la chiave moderna di lettura potrebbe essere la nostra individuare decisione di essere persone con valori diversi, con quella integrità e quel coraggio in cui si comprende l’importanza di tendere una mano, di offrire un aiuto e collaborare, perché nel nostro piccolo ognuno costruisce il suo mondo e quello di tutti.
Torno allora al film. Questo ragazzo deluso cerca il consiglio del padre per scoprirlo vittima anch’egli di quel mondo. Così l’unico aiuto gli viene dal ricordo degli insegnamenti della nonna, spesso nati dalla fede. Ecco allora il grande valore di questo film, far comprendere il rispetto, come alcuni insegnamenti siano più preziosi di quello che sai o non sai fare, perché fanno di te ogni giorno una persona migliore di quella che eri ieri.
Il film si conclude al termine della lunga serata. Mentre i colleghi si addormentano vinti dalla stanchezza, il giovane cameriere fugge di nascosto dal castello e corre sui prati. Un gesto che, se inconsapevolmente vorrebbe poter fermare la sua adolescenza ricca di fiducia nella vita, lascia a noi la riflessione sulla nostra professione, straordinaria opportunità di incontri o scontri ma sempre senza perdere mai di vista i valori che si portano dentro, prioritari rispetto ad ogni altra cosa.
Allora a tutti i giovani commis di ristoranti e alberghi auguro la più bella e straordinaria delle carriere.